IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 19 luglio 2012

Fisco, Confcommercio: in 2012 pressione al 55% per chi paga





ROMA (Reuters) - In Italia, chi paga le tasse, nel 2012 subirà una pressione fiscale del 55%. Lo ha detto Confcommercio nel corso di convegno.

Secondo il presidente dell'associazione Carlo Sangalli serve "una terapia d'urto per il contrasto della recessione ed il ritorno alla crescita. E' una terapia che muove dal riconoscimento di un dato di fatto: abbiamo raggiunto un livello di pressione fiscale che, per chi le tasse le paga, si attesta attorno al 55%".

Secondo i dati dell'ufficio studi di Confcommercio, la pressione fiscale apparente nel 2012, in percentuale del Pil, è per l'Italia pari al 45,2%, sopra la media Euro17 del 41,4% e dell'Unione europea a 27 pari al 40,6%.

L'Italia si posiziona al quinto posto sui 35 paesi considerati, preceduta solo da Danimarca (47,4%), Francia (46,3%), Svezia e Belgio (entrambi al 45,8%).

La pressione fiscale apparente è data dal gettito derivante dalle imposte dirette, indirette, dai contributi sociali e imposte in conto capitale sul Pil.

"Questo indicatore non è rappresentativo del vero carico fiscale gravante sui singoli cittadini, in considerazione del fatto che nel Pil viene computata anche la quota di sommerso", spiega l'ufficio studi di Confcommercio nel rapporto.

Così la pressione fiscale effettiva, cioè il gettito osservato in percentuale del Pil emerso, secondo le stime per il 2012, è pari al 54,8%, sopra ogni altro Paese al mondo.

La Danimarca e la Francia, che seguono l'Italia in questa classifica, si fermano al 48,6% e al 48,2% ( ma li il welfare funziona molto meglio che in Italia, dove chi è povero o anziano o disoccupato è abbandonato a se stesso ndb).

Il sommerso economico, secondo dati del 2008, è stato pari al 17,5% del Pil.

"Un altro record mondiale anche se con leggera tendenza al calo, visto che nel 1998 era addirittura a un 20% tondo", segnala Confcommercio.

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Commento di Oliviero Mannucci: Guarda combinazione l'Italia dove i politici hanno gli stipendi più alti del mondo c'è anche una pressione fiscale più alta del mondo, e più i cittadini pagano e più il debito pubblico aumenta, quindi cari signori è ora di finirla con gli spot in tv - se tutti pagano le tasse ci sono più servizi per tutti - bisogrebbe invece dire - se tutti pagano le tasse lo stato spreca più soldi ancora -


Fisco, sommerso 17,5% Pil il contesto lo alimenta

Il sommerso economico, ovvero quella parte di prodotto interno lordo che sfugge al fisco, è pari al 17,5% del Pil (dato del 2008 ipotizzato costante fino a oggi), e colloca l'Italia al primo posto a livello mondiale, anche se "si registra una tendenza a una moderata riduzione" negli ultimi 10 anni.

Lo afferma il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, presentando il Rapporto sulle determinanti dell'economia sommersa. A fronte di un imponibile evaso di 280 miliardi di euro, considerando una pressione fiscale effettiva pari al 55%, l'imposta evasa ammonterebbe a circa 154 miliardi di euro.

L'Italia ha un livello di sommerso più che doppio rispetto al Regno Unito, 5-6 volte superiore alla Francia, 8 volte quello del Canada. Il Rapporto evidenzia quattro cause fondamentali del sommerso: aumenta al crescere delle pretese fiscali; aumenta al diminuire dell'efficacia del sistema sanzionatorio; aumenta al peggiorare della percezione su qualitá e quantitá dei servizi pubblici; aumenta quanto piú difficile è l'adempimento fiscale.

In una situazione in cui l'Italia si colloca al primo posto mondiale per pressione fiscale, al penultimo posto fra Paesi Ocse per efficienza del quadro giuridico, al quartultimo posto per i tempi di adempimento fiscale, al penultimo posto in termini di giorni per ottenere una sentenza definitiva in materia contrattuale e di numero di procedure giudiziarie per far rispettare un contratto, il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella afferma che "ci sono spiegazioni non antropologiche, ma economico-sociali" alla base dell'economia sommersa in Italia. In altre parole, gli italiani "non hanno il gene dell'evasione", ma il tasso di evasione risulta "ragionevole, anche se intollerabile, date le variabili del contesto".

Secondo l'Ufficio studi, basterebbe portare il livello dei servizi pubblici in Italia a quello del Belgio per far emergere 38 mld di maggiore imposta; basterebbe portare il livello di facilità negli adempimenti fiscali a quello della Danimarca per far emergere 14 miliardi di maggiore imposta; basterebbe portare il livello di controlli e sanzioni a quello degli Usa per far emergere 56 miliardi di maggiore imposta. Inoltre, ogni punto percentuale di riduzione delle aliquote legali ha l'effetto di ridurre di mezzo punto percentuale il tasso di sommerso economico.

Fonte: www.milanofinanza.it


Commento di Oliviero Mannucci: E' oramai molto chiaro, lo Stato italiano, con le sue tasse inique e la sua burocrazia farraginosa incentiva l'evasione fiscale e allontana i grandi invesitori dal nostro paese. Inoltre la corruzione dilaga, la corte dei conti ha parlato di 60 000 000 di euro di tangenti date ai partiti politici, tutto a nero chiaramente, non credo infatti, che i politici quando prendono una tangente rilascino la ricevuta fiscale o tanto meno la fattura. Quindi, la nostra classe politica, non contenta dei stipendi che ricevono, dei rimborsi elettorali che ricevono, incassano milioni di euro di tangenti, quanta percentuale del PIL vale tutto questo, e poi vanno a fare la morale agli imprenditori che spesso evadono per non chiudere, o per stare meglio sul mercato. Bisognerebbe stabilire un principio, un limite, oltre il quale un cittadino o un impresa non è tenuta a pagare più nulla perchè considerato criminale. Bisognerebbe mettere sul piatto della bilancia quello che lo Stato spende per i cittadini e le imprese ( che in Italia è meno di quello che il cittadino paga) e da li dedurre quanto ogni contribuente debba pagare. Ad esempio, ci sono paesi in Europa, che chiedono molte tasse, ma poi quando un cittadino ha bisogno, o un impresa, ci sono dei meccanismi che fanno si che lo Stato li aiuta in concreto. Qui in Italia invece spesso, lo Stato vuole solo il culo della gallina, ma non il becco. Dobbiamo pagare, pagare sempre pagare, per non ricevere, non ricevere quasi niente in cambio. In Italia ci sono più di 8000000 di poveri, e circa 9oooooo di persone che non si possono curare, perchè anche se il diritto alla sanità è sancito dalla legge, poi sta di fatto, che quando uno ha bisogno di una lastra, o deve fare delle analisi, ci sono code interminabili di attesa, e se una persona ha urgenza, deve pagare ancora per avere quello che gli serve in breve tempo e se non può pagare può anche morire nell'indifferenza generale. Bisognerebbe stabilire una percentuale oltre la quale, non si può chiedere più niente a nessuno. Faccio un esempio, oltre il 30% di quello che uno guadagna non può essere chiesto dallo Stato. E deve essere lo Stato, che se non gli basta quanto riceve dai cittadini italini, ad attivarsi, per spendere meno e far pagare a chi non paga, perchè evade realmente solo per non pagare e non perchè in stato di bisogno relativo. Questo dovrebbe essere il principio. Inoltre i 10000000 di euro che vengono spesi per la sanità a parte dei politici, dovrebbero essere tolti. I politici guadagnano abbastanza per pagarsi le proprie cure con i profumatissimi stipendi che prendono! E che cazzo!!!!!


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