IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

domenica 19 agosto 2012

ITALIA MAGLIA NERA PER INEFFICIENZE E COSTI BUROCRAZIA

Rapporto Confcommercio: Raddoppiato il tempo di attesa per sentenza di fallimento o insolvenza. Peggiorano infrastrutture, servizi pubblici, sistema giudiziario. Cresce numero tangenti. Bene solo la sanità

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Roma - Mancata semplificazione normativa, lungaggini burocratiche, bassa qualità dei servizi pubblici e onerosità degli adempimenti collocano il nostro Paese in fondo alle classifiche nel confronto internazionale. Rispetto agli altri Paesi, l’Italia registra il più basso livello di efficienza del sistema giudiziario ed è agli ultimi posti per la capacità di risolvere controversie tra imprese, per la diffusione di pagamenti irregolari e tangenti, per i costi e i tempi di adempimento degli obblighi fiscali (occorre un numero di ore quasi 5 volte superiore a quello del Lussemburgo); inoltre, negli ultimi dieci anni, il tempo di attesa per una sentenza di fallimento o di insolvenza è praticamente raddoppiato passando da uno a quasi due anni (quasi 5 volte i tempi dell’Irlanda e il doppio del Regno Unito); anche sul fronte dei servizi pubblici resi ai cittadini l’Italia registra risultati tutt’altro che brillanti, in particolare per la scarsa qualità ed efficienza delle istituzioni e delle infrastrutture; nel campo dell’istruzione, ad una percezione abbastanza positiva della qualità della scuola primaria, fa riscontro una minore performance del sistema educativo superiore, anche a causa della scarsa diffusione del web all’interno delle scuole; solo sul versante della sanità si registra un risultato positivo. Sono questi alcuni dati che emergono dal rapporto sulle determinanti dell’economia sommersa realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio.

I risultati dell’indicatore composito evidenziano per l’Italia il più basso livello di efficienza del sistema giudiziario tra i paesi considerati. Nella graduatoria 2010, l’Italia occupa l’ultimo posto su 26 paesi, preceduta da Grecia, Slovacchia, Slovenia e Messico. L’indicatore sull’efficienza del quadro giuridico di riferimento per le controversie tra imprese, mostra per l’Italia una situazione fortemente critica. Nella graduatoria del 2010 l’Italia occupa la penultima posizione preceduta da Portogallo, Grecia, Slovenia e Messico.L’Italia, inoltre, si distingue per la diffusione di pagamenti irregolari e di tangenti e occupa nella graduatoria del 2010 il 25° posto, prima della Slovacchia. Al contrario, i paesi del Nord Europa, dove la corruzione è ritenuta quasi inesistente, occupano i primi posti della classifica.

La percezione di come lo Stato, nella sua articolazione politica e amministrativa, risponde ai cittadini-imprese è rimasta sostanzialmente invariata nell’ultimo decennio nel nostro Paese. Ma nel confronto con altri paesi europei ed extra europei la qualità-quantità dell’output pubblico in Italia è tra i peggiori, ricoprendo il terzultimo posto nella graduatoria dei 26 paesi presi in considerazione, superata nel giudizio negativo da Grecia e Messico nel 2000 e da Slovacchia e Messico nel 2010.
La qualità e l’efficienza delle Istituzioni, il primo tra gli indicatori elementari, rappresenta sicuramente un nodo cruciale per la competitività e la crescita di un sistema economico. Per la qualità complessiva delle infrastrutture (strade, ferrovie, porti e trasporto aereo) l’Italia, nel 2010, è all’ultimo posto nella graduatoria a 26 paesi, ben lontana sia da Francia e Germania (che si posizionano, rispettivamente al primo e al quinto posto), che da Paesi quali Spagna, Grecia o Irlanda. L’indicatore di base relativo a sanità e istruzione primaria assegna all’Italia un ottimo 7° posto (contro il 12° registrato nel 2000) nella classifica a 26 paesi.

Per quanto riguarda la salute, l’indicatore elementare (che tiene conto tra l’altro dell’elevata speranza di vita e bassa mortalità infantile) pone l’Italia tra i paesi più virtuosi. Per quanto riguarda i posti letto ospedalieri l’Italia risulta avere un valore tra i più bassi nell’offerta; al di sotto del nostro paese compaiono nella graduatoria la Danimarca, il Regno Unito, il Portogallo, la Spagna e la Svezia. Relativamente al numero di medici in rapporto alla popolazione l’Italia è caratterizzata da un’alta densità del personale medico operante nelle strutture sanitarie. Per quanto riguarda l’Istruzione superiore e il training, l’Italia si colloca al 22° posto. Anche se le iscrizioni alla scuola secondaria e terziaria sono positive, rimane decisamente bassa la percezione della qualità del sistema educativo nel suo complesso: si segnalano lacune nelle materie matematiche e scientifiche e poca diffusione del web all'interno delle scuole.

Infine il costo dell’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali è il terzo fattore che rende più gravosa l’obbligazione dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione. “In altre parole, a parità di condizioni, maggiori oneri per l’adempimento spontaneo implicano – si legge nel Rapporto della Confcommercio - più conveniente l’opzione exit dal sistema dell’economia emersa verso il sommerso economico”. In mancanza di una misura specifica della complessità burocratica, sono stati presi in considerazione due indicatori elementari elaborati dalla Banca Mondiale: a) i giorni necessari per avviare un’impresa; b) le ore necessarie in un anno a preparare le pratiche per definire l’obbligazione fiscale e poi per saldare la medesima. Con queste due variabili si è poi costruito l’indicatore composito che ha permesso di avere una misura, seppur approssimata, del grado di complessità burocratica comparabile tra paesi. Sulla base dei risultati di questo indicatore, l’Italia occupa le ultime posizioni della graduatoria dei 25 paesi (è stata esclusa Malta per mancanza di informazioni attendibili), evidenziando così come il nostro Paese soffra in maniera accentuata di eccessiva burocrazia, malattia che non ha registrato negli anni alcun miglioramento. Nella graduatoria 2010 l’Italia occupa, infatti, il ventesimo posto, prima di Portogallo, Slovacchia, Spagna, Messico e Giappone, peggiorando di una posizione la sua classifica rispetto al 2000. (ilVelino/AGV)

Monti nei giorni scorsi ha detto : l'Italia è in guerra contro gli evasori, una piaga che rende poco credibile il nostro paese all'estero. Ma non ricorda che l'Italia è famosa nel mondo anche per molte altre cose, che vengono molto prima dell'evasione e imputabil a chi ci governa.



L'Italia è famosa nel mondo per i più alti stipendi che percepiscono i nostri politici. L'Italia è famosa nel mondo per avere una pressione fiscale tra le più alte al mondo. L'Italia è famosa per i 60000000000 di euro di tangenti che si spartiscono i politici. L'Italia è famosa per il paese che ha più auto blu del mondo in rapporto ai suoi abitanti. L'Italia è famosa nel mondo per le condizioni delle carceri. L'Italia è famosa nel mondo per il prezzo della benzina, uno dei più alti del pianeta, l'Italia è famosa nel mondo per i cosidetti "esodati", l'Italia è famosa nel mondo per le pirlate di certi nostri politici, ultimamente l'Italia è diventata famosa nel mondo per il gran numero di persone che si sono ammazzate a causa delle tasse. L'Italia è famosa nel mondo.... mi sembrano sufficienti quelle scritte sopra. Voi che pensate? Se i partiti politici non avessero spesso i loro conti all'estero, se qualcuno dei nostri leader politici non avessero le case a Montecarlo, e se alcuni altri sapessero chi gli compra e gli ristruttura le case senza fargli spendere niente e via dicendo, forse l'Italia sarebbe più famosa nel mondo per le cose belle che ha, e non per le cose brutte. Monti & C. continuano a perseguire la linea dell'aumento delle tasse, già altissime e a parlare di ripresa. Ma quale ripresa ci potrà essere per le imprese se le condizioni a cui devono sottostare sono queste? E infatti quest'anno c'è stato un record d'imprese che hanno chiuso. La naturale conseguenza di ciò è che chi può evade, perchè si sente vessato da uno stato diretto da una governance corrotta e iniqua, partiti che nel tempo, grazie ai rimborsi elettorali, investono i soldi dei cittadini in beni ( case, gioielli, conti all'estero esentasse) per arricchire il partito e i suoi dirigenti ( che già guadagnano al mese valige di soldi) invece di restituirli ai cittadini in opere e servizi, e poi si va a predicare l'onestà a chi per guadagnare soldi, deve farsi un culo così dalla mattina alla sera. Ma che si vergognino, Monti e tutti quelli come lui.

Oliviero Mannucci

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