IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

lunedì 22 ottobre 2012

Sentenza di un giudice: evadere l'IVA non è reato se non hai i soldi. E' giusto? Perchè lo Stato riscuote subito i crediti mentre le aziende no?

Girando in rete ho trovato un articolo che è destinato ad aprire un ampio dibattito: secondo la sentenza di un giudice di Firenze evadere l'IVA non è un reato. Secondo il giudice, non mancò la volontà di adempiere ai doveri con il fisco, ma la possibilità materiale di farlo.

Giusta la sentenza del giudice? Perchè lo Stato deve riscuotere sempre in anticipo mentre le aziende devono attendere anni prima di vedere pagati i loro crediti nei suoi confronti?  

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L'uomo nel 2007 non sborsò 176 mila euro di Iva. Nei suoi confronti venne aperta un'inchiesta per il mancato versamento dell'imposta. Su richiesta del pm, il gip emise un decreto penale di condanna da 7.500 euro. Una decisione ingiusta secondo l'imprenditore edile che decise di fare ricorso e il gup Paola Belsito gli ha dato ragione: non pagò l'IVA semplicemente perché non aveva soldi, colpa della crisi economica e di un cliente restio a saldare il conto.

A giustificazione della sua sentenza il giudice ha detto "La sua ditta, che stava facendo un lavoro importante per una società di Firenze, si era trovata in estrema difficoltà economica perchè quest'ultima non aveva onorato le scadenze di svariati pagamenti, motivo per cui l'imprenditore, che già in precedenza era in estrema difficoltà economica in considerazione della difficile congiuntura, all'arrivo della raccomandata con la quale gli si chiedeva di pagare l'Iva non fu in grado di ottemperare". Si trattava di un appalto da 1 milione e mezzo di euro e ne incassò solo la metà e quei soldi aveva preferito destinarli agli stipendi dei dipendenti e ai fornitori, anche per finire in tempo il lavoro e non dover pagare, addirittura, una penale.

Ciò che ha portato il giudice a dare ragione all'imprenditore è il fatto che, in seguito a questo episodio, l'imprenditore è riuscito a riprendersi economicamente ed è riuscito a raggiungere un accordo con l'Agenzia delle Entrate per una rateizzazione della cartella esattoriale che con sanzioni ed interessi è arrivata a 300 mila euro. Possiamo dire finalmente che qualcuno è stato in grado di aprire gli occhi sulla realtà dell'economia italiana che sta subendo gravi ripercussioni a causa della dilagante crisi economica.

Nella catena dei pagamenti che un'impresa deve seguire, lo Stato è l'ultimo creditore, dopo dipendenti e fornitori. Lo Stato, in questa lista di creditori, è l'unico che ha il diritto di riscuotere senza aver fatto nulla. Sarebbe ora che la giustizia si mettesse a difendere con maggiore tenacia gli interessi di poveri imprenditori ed artigiani che fanno i salti mortali alla fine del mese per restare in regola con i pagamenti ed evitare così il fallimento. 

Fonte: http://genio.virgilio.it

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