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venerdì 30 novembre 2012

ITALIA - La sanità allo sbando: Sul piede di guerra i principali ospedali religiosi

L'allarme dopo i decreti del commissario Bondi sulla riduzione dei fondi. Sanità privata, ultimatum antitagli. "Dal 3 dicembre prestazioni a rischio". Il Gemelli: "Non ce la facciamo più"

di ANNARITA CILLIS
È allarme per i tagli alla sanità. I maggiori ospedali religiosi classificati, tra i quali il Fatebefratelli dell'Isola Tiberina, San Pietro e Vannini, annunciano che "dal 3 dicembre saranno bloccate le prestazioni convenzionate di specialistica ambulatoriale". Anche il Gemelli, che quantifica in 29 milioni le decurtazioni previste nel decreto Bondi, parla di emergenza: "Prima o poi non ce la facciamo più". Intanto le proteste vanno avanti: ieri a scendere in piazza sono stati a Santi Apostoli i lavoratori dell'IdiSan Carlo, da agosto senza stipendio. Mentre i dipendenti del San Raffaele hanno bloccato via Cristoforo Colombo per alcune ore. La protesta dilaga. Sul piede di guerra ora ci sono i principali ospedali religiosi classificati che, dopo i decreti tagliafondi del commissario ad acta per la sanità del Lazio, Enrico Bondi, salvo ripensamenti, bloccheranno chi dal 3 chi dal 6 dicembre tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali in convenzione. Una decisione "dolorosa ma inevitabile per i direttori generali di strutture sanitarie come Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, il Vannini, il Cristo Re, il San Pietro, il San Carlo Nancy, l'Ospedale israelitico, Santa Lucia e l’Idi, riunitisi sotto la sigla Aris (Associazione Religiosa Istituti SocioSanitari). Mentre il policlinico Gemelli, al quale verranno decurtati 29 milioni, annuncia lo stato di emergenza.

 I TAGLI PREVISTI 

 
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"Nei decreti c’è scritto che i fondi previsti dalla Regione saranno decurtati del 6,85 per cento per le prestazioni sanitarie già erogate nel 2012 dalle nostre strutture. Non abbiamo più budget disponibili per dicembre -hanno spiegato i direttori generali — continueremo a garantire tutte le prestazioni legate all’urgenza e all’emergenza come i pronto soccorsi, la rianimazioni, le prestazioni oncologiche e maternoinfantile". Tagli secondo i vertici "lineari che non tengono conto delle specificità, delle eccellenze, né dei numeri: non è possibile — aggiungono — trattare le nostre strutture come piccole cliniche, noi in media ogni giorno forniamo complessivamente 25mila prestazioni".

Per il direttore generale dell’ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, Carlo Maria Cellucci, "i decreti Bondi hanno ridotto i budget del 2012 già sottoscritti con la Regione, questo ci costringe a non poter garantire le prestazioni in convenzione. Abbiamo comunque intenzione di impugnare i decreti davanti al Tar". Futuro incerto anche per i lavoratori. "La prospettiva che un budget del genere possa essere previsto anche per il 2013 potrebbe portarci a drastici interventi anche tra i dipendenti: a rischio potrebbero esserci 8001000 lavoratori", spiega il presidente dell’Aris, Michele Bellomo. Un allarme il loro che potrebbe tradursi in una manifestazione di protesta: "Con molta probabilità scenderemo in piazza giovedì 6 dicembre. Organizzeremo dei sitin davanti ai nostri ospedali, ma stiamo ancora definendo i dettagli", annuncia infatti Roberti.

Il POLICLINICO GEMELLI
Ma a lanciare l’allarme è anche il policlinico Gemelli. "I tagli, per noi saranno di 29 milioni di euro, che equivalgono a circa il 30% di quelli previsti per tutte le strutture sanitarie accreditate del Lazio. Solo cinque milioni peseranno sul reparto di Emergenza e sul pronto soccorso", spiegano i vertici. "Noi abbiamo già iniziato un percorso di risanamento che porterà entro il 2014 alla riduzione oltre 70 milioni di euro senza diminuire le prestazioni, ma con questa nuova e dra¬stica riduzione dei fondi rischiamo di non farcela prima o poi» spiega il direttore del policlinico, Maurizio Guizzardi. Il direttore amministrativo dell’Università Cattolica, Marco Elefanti è drastico: "Siamo in emergenza. Ci sono fortissimi crediti con la Regione, siamo esposti con le banche. Viviamo di espedienti per mantenere gli impegni con i dipendenti e fornitori, ma di questo passo non durerà molto". E si affaccia anche per il Gemelli l’ipotesi di impugnare i decreti del commissario, ma non di bloccare le prestazioni non urgenti.

IL CAMPUS BIOMEDICO
E al coro si aggiunge anche l’Università Campus Biomedico. Per "garantire il futuro", spiegano "la struttura sarà costretta anche a una riduzione dei servizi sanitari: sarà chiuso un reparto di degenza, ridurremo del 20% i costi per beni e servizi". Mentre i componenti del comitato esecutivo e della direzione hanno deciso "la riduzione della propria retribuzione fino a un’aliquota massima del 20% dal primo gennaio 2013".






Fonte: http://roma.repubblica.it

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