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domenica 25 novembre 2012

Spese partiti, nuovo regolamento al Senato ma la trasparenza dei conti rimane lontana

Lunga inchiesta di Report sui fondi dei gruppi parlamentari. Nonostante gli scandali, le nuove norme si limitano ad appaltare il controllo dei bilanci a società esterne. Ma manca la verifica delle singole spese

 

 

 ROMA - I conti dei gruppi parlamentari, nonostante gli scandali che hanno travolto la politica, sono poco trasparenti e rischiano di rimanerlo ancora perché il provvedimento che il Senato si accinge a votare non considera i rendiconti delle singole spese, ma affida a società esterne la revisione contabile dei bilanci nel loro complesso.

La proposta di modifica del regolamento interno che domani il Senato dovrebbe votare è stata al centro di un servizio di Report, dedicato a far luce sull'utilizzo di quei 75 milioni di euro che i gruppi parlamentari, ovvero i partiti, ricevono per le spese dalle presidenze di Camera e Senato. 


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Una cifra non solo ragguardevole e che si aggiunge ai 300milioni di euro che annualmente la legge eroga a tutti i partiti politici per "rimborsi elettorali", ma consente anche vantaggi degni di un paradiso fiscale dal momento che i regolamenti parlamentari non impongono alcun tipo di rendicontazione.

I fondi che i singoli gruppi ricevono serve a mantenere in efficienza un sistema complesso; un gruppo parlamentare ha in organico una folta schiera di personale che gravano sul bilancio del gruppo e percepiscono un'indennità che è qualificata come rimborso, e non come compenso, restando quindi esenta da tasse. L'indennità dei capigruppo inoltre ha un valore del tutto discrezionale, e non viene reso pubblico.

Report denuncia anche la "zona grigia" dei gruppi misti: ai loro membri si continua a garantire un'indennità

tra i 75mila e i 150mila euro annui ciascuno.

In un quadro tanto poco trasparente dove le maglie del controllo sono così larghe,  l'opacità sulla gestione e la destinazione d'uso di tali cifre sembra riguarda anche gli stessi membri dei gruppi parlamentari.

In questo contesto, si inquadra il voto di domani a Palazzo Madama: il nuovo regolamento affiderà ad una società di revisione esterna il bilancio dei gruppi parlamentari ma continuerà a non prevedere la rendicontazione documentale delle spese sostenute dai gruppi parlamentari.

Fonte: http://www.repubblica.it

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