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giovedì 2 maggio 2013

Finanziamenti privati ai partiti in prima pagina

01/05/2013 - Quaranta milioni: dai contributi di Prada, agli imprenditori Romeo e Borletti (Buitoni), passando per le "coop rosse": li svela il Fatto

Sbatti i finanziamenti privati ai partiti in prima pagina
I rimborsi elettorali arriveranno soltanto a giugno, ma nell’attesa le casse dei partiti non sono certo rimaste vuote. Quaranta sono i milioni di euro arrivati da finanziatori privati, come svela Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano. Dai contributi di Prada, a quelli degli imprenditori Romeo e Borletti (Buitoni), passando per le “coop rosse”, i partiti sono riusciti a mettere da parte quote considerevoli. Un lungo elenco con nomi e cifre, proveniente dalla Camera, contenuto in 87 pagine di rendicontazione che riporta tutti i contributi di persone fisiche e giuridiche ai partiti, al di sopra dei 5 mila euro. Il periodo di riferimento è quello compreso tra il 1 novembre 2012 e il 28 aprile 2013.

FINANZIATORI-PRIVATI-PARTiTI

QUARANTA MILIONI AI PARTITI - Nell’elenco non manca quasi nessuno, escluso il MoVimento 5 Stelle. I grillini non sono presenti perché hanno ricevuto soltanto quote sotto la soglia prevista per legge: “Soltanto sottoscrizione per poche decine di euro”, si legge. Tutto ciò che supera i 4999 euro deve essere dichiarato in base alla normativa in vigore, che detta le regole per i finanziamenti privati che si aggiungono al sostegno pubblico. Mentre si attende  la torta dei 91 milioni di euro – la prima rata di rimborsi, tra spese per la campagna elettorale e finanziamenti ai gruppi – così i partiti hanno potuto contare sugli aiuti dei privati. Tecce cita Mario Monti, riuscito a “raccogliere oltre 2 milioni di euro profittando di imprenditori-candidati e di tecnici generosi come Enrico Bondi”. Non è stata invece preso in considerazione la lista dei candidati che hanno versato una quota al partito (9.600 per il Pdl e quasi il doppio per il Pd). Anche se il Fatto si chiede, con sarcasmo, se un giovane in lista, qualora non disponga di questi soldi, possa riuscire ad essere inserito allo stesso modo nelle liste bloccate del Porcellum. Nel computo totale dei quaranta milioni ricevuti, è il Pdl ad aver raccolto la cifrà più consistente: ben 13,9 milioni di euro. Subito dopo il Partito democratico, con 11,1 milioni e la Lega Nord con 4,6 milioni. C’è posto anche per Scelta Civica con 2 milioni e Rivoluzione Civile: per il movimento di Ingroia 1,1 milioni di euro ricevuti.



TUTTI I FINANZIATORI PRIVATI – Il Fatto spiega come non manchino bonifici particolari, come quelli dell’imprenditore Romeo che ha sostenuto l’ex dalemiano Nicola Latorre. E, qualora avvenga una scissione, dopo l’implosione dei democratici tra le correnti interne, Tecce sottolinea come l’area democristiana dovrà fare i conti con l’assenza dei lauti assegni piovuti dal mondo delle coop rosse e dei costruttori. “Perché lo fanno, per simpatia o per altro?”, si interroga il Fatto. Resta quantomeno l’ombra del tentato condizionamento del programma. Nel documento emergono tutti i nomi: così si scopre l’abilità del “tecnico” Mario Monti di raccogliere i 2 milioni per Scelta Civica. Tra i finanziatori c’è “Mrs Buitoni”, ovvero Carla Anna Ilaria Borletti dell’Acqua (la moglie) che ha donato ben 710 mila euro. Tecce spiega come fosse in lizza per un posto come ministro: “Per ora la sua generosità non è stata ripagata, ma potrebbe rientrare nella partita dei sottosegretari”. Cinquanta mila euro per i montiani anche da Bombassei del gruppo Brembo, mentre da Enrico Bondi, nominato ad dell’Ilva, si registra un contributo doppio (100 mila).  Proprio come Luca Cordero di Montezemolo, mentre la famiglia Merloni ha partecipato con 150 mila euro.

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PD E GLI AIUTI- Non mancano nemmeno i fondi privati raccolti dai democratici. Si legge:
La Isvafim non ha fatto mancare un sostegno di 30.000, anche se a M a tteo Renzi ne andarono il doppio per le primarie. La società di multiservizi fa capo ad Alfredo Romeo, in passato coinvolto in un’inchiesta a Napoli: assolto da accuse pesanti – era in grado di manovrare appalti – è stato condannato a due anni in primo grado per un singolo episodio di corruzione in merito a un’assunzione. Il mattone crede tanto in Latorre: 30.000 euro da Colonna Prima di Roma (che possiede le più suggestive terrazze romane), 30.000 ancora da Italiana Costruzioni e ben 50.000 da Sorgente Group.
C’è poi Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada, “che credeva di poter spingere Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi con 100.000 euro”, oltre all’azienda bolognese Seci: l’unica a fornire una cifra cospicua, di cento mila euro.
PDL E GLI ALTRI – Curioso invece come non sia più Silvio Berlusconi a foraggiare il Pdl, bensì gli odiati ex An. Senza la liquidazione di An e i circa 5,6 milioni di euro raccolti magari molte spese – compresa la letterina Imu – non sarebbero state così semplici da sostenere. Poi sono arrivati i 57 mila euro del fidato Bonaiuti, i 35 mila di Sandro Bondi. Stessa cifra per Marco Milanese, ma non è bastata per una ricandidatura. Per la Lega non ci sono aiuti dalla famiglia Bossi, ma arriva il sostegno di 15.000 di Carbotermo spa. Ovvero, una società che gestisce gli impianti di riscaldamento al Pirellone. Poi c’è chi non voleva rischiare, non sapendo come sarebbero andare le elezioni:
“Una citazione va fatta per la Caronte&Tourist di Messina, che gestisce i traghetti per lo Stretto, e non ha scelto una chiara collocazione politica. Ha versato prima 50.000 al Pd di Messina e poi 40.000 al Grande Sud di Gianfranco Micciché, un berlusconiano in fuga”
Infine, c’è l’Udc, che storicamente gode dei capitali di Caltagirone, suocero di Pier Ferdinando Casini: “Sdesso sono imponenti i contributi del distributore Sidam srl (200.000 euro) e del costruttore Donati (100.000)”, si legge. Tanta fatica per Rivoluzione Civile, mentre casse vuote anche per Fli: gli unici versamenti sono arrivati (per 142 mila euro) da alcuni ex parlamentari. Poi è andata male anche alle urne.

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