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sabato 13 luglio 2013

Il taglio stipendi alla Camera fa un buco nell'acqua. Le cifre del bluff

Che fine ha fatto la riduzione degli stipendi alla Camera? "Non si può vivere di solo rigore e di soli tagli". All'orizzonte si delinea una riduzione del 3% su stipendi da capogiro: stenografi da 259mila euro l'anno e consiglieri che superano i 290mila

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I buoni propositi che accompagnano l'avvio di ogni nuova legislatura avrebbero voluto la riduzione dei privilegi (stipendi in primis) di chi lavora alle dipendenze dello Stato negli onorevoli palazzi della Capitale.
Su questa strada, infatti, la presidente della Camera, Laura Boldrini, si era impegnata a ridurre gli stipendi dei dipendenti interni a Montecitorio. Ma la proposta formulata, emersa dopo mesi di lavoro e raccontata dal settimanale L'Espresso, lascia perplessi: tagli complessivi del 3% e tutti in pensione prima, usufruendo delle ferie maturate negli anni precedenti.

La sforbiciata annunciata si è ridotta a una spuntatina che rischia di suscitare la consueta indignazione. Anche perché, gli stipendi delle maestranze alle dipendenze del Parlamento sono assai generosi e garantiscono ai lavoratori un trattamento privilegiato sotto diversi aspetti (numero di mensilità, indennità, ferie, previdenza...).
Complessivamente personale della Camera (1.551 persone) ha assorbito 231 milioni per le retribuzioni e oltre 48 milioni di euro per i contributi previdenziali, mentre 217 milioni sono destinati agli assegni di pensione versati agli ex lavoratori.

Secondo quanto racconta il settimanale, la sfida di abbattere i costi di Montecitorio e soprattutto dei dipendenti ha fatto un buco nell'acqua. Le trattative sono state avviate, ma le buste paga sono state altresì egregiamente difese. Marina Sereni, vicepresidente della Camera, che ha in delega il dossier sulla riduzione dei costi, riferisce delle trattative con i dipendenti e mette le mani avanti: "Il comitato ha lavorato intensamente e sa che c'è la necessità di riformare secondo principi di maggior rigore finanziario un sistema retributivo che appare, nei difficili tempi che stiamo vivendo, ormai non più integralmente difendibile. E' opinione del Comitato che non si possa vivere di solo rigore e di soli tagli anche perché in Parlamento da troppo tempo ormai si deve convivere con un contesto di continua emergenza che non consente di svolgere serenamente il proprio lavoro".
E la serenità non ha prezzo, come emerge dalle cifre riportate dal quotidiano Libero, relative alle retribuzioni alla Camera: GLI STIPENDI D'ORO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA

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