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venerdì 1 novembre 2013

Rifiuti tossici, il pentito dei Casalesi: "La gente morirà entro 20 anni"

Le terribili parole pronunciate nel 1997 da Carmine Schiavone davanti alla Commissione parlamentare. Le sostanze velenose interrate per decenni in diversi paesi nel Casertano

"Entro venti anni gli abitanti di numerosi Comuni del Casertano rischiano di morire tutti di cancro" a causa dei rifiuti pericolosi interrati. Queste le terribili parole del pentito del clan dei Casalesi, Carmine Schiavone, dette nel 1997 davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo di rifiuti. I verbali solo oggi sono diventati pubblici dopo la rimozione del segreto.
Riferendosi al traffico illegale di rifiuti nocivi, Schiavone spiegò che divenne un business "autorizzato" per il clan dei Casalesi nel 1990. "Tuttavia - riferì il pentito - quel traffico veniva già attuato in precedenza. Gli abitanti del paese rischiano tutti di morire. Non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via, avranno, forse, venti anni di vita".

I rifiuti sono stati interrati lungo tutto il litorale Domitio e sversati anche nel lago di Lucrino, specchio d'acqua che si trova nell'area flegrea. Nel business, secondo il pentito, erano coinvolte diverse organizzazioni criminali - come mafia, 'ndrangheta e Sacra Corona Unita - tanto da fare ipotizzare che in diverse zone di Sicilia, Calabria e Puglia, le cosche abbiano agito come il clan dei Casalesi.

Schiavone spiegò anche le modalità di smaltimento. "Avevamo creato un sistema di tipo militare, con ragazzi incensurati muniti di regolare porto d'armi che giravano in macchina. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza e della polizia. Ognuno aveva un suo reparto prestabilito".

I rifiuti radioattivi "dovrebbero trovarsi in un terreno sul quale ci sono le bufale e su cui non cresce più erba", raccontò Schiavone. Fanghi nucleari, arrivavano su camion provenienti dalla Germania. "Si tratta della prima volta che la presidenza della Camera - senza che questo sia richiesto dalla magistratura - decide di rendere pubblico un documento formato da Commissioni di inchiesta che in passato lo avevano classificato come segreto", ha sottolineato la presidente della Camera, Laura Boldrini. "Lo dovevamo in primo luogo ai cittadini delle zone della Campania devastate da una catastrofe ambientale cosciente e premeditata: cittadini che oggi hanno tutto il diritto di conoscere quali crimini siano stati commessi ai loro danni per poter esigere la riparazione possibile".

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