IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

mercoledì 15 ottobre 2014

Alluvione di Genova: «Disastro colposo»: processo alla politica


Era tutto scritto. «Un quadro allarmante, tanto da rendere Genova una delle città con il più alto rischio idrogeologico in Europa ». Lo aveva dichiarato il 9 luglio di un anno fa il procuratore capo Michele Di Lecce dopo aver letto la perizia condotta nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione del 2011: sei morti e una città sottosopra



E da queste carte partirà la nuova inchiesta aperta sempre dai pm del capoluogo ligure. Disastro e omicidio colposo, questo il reato al momento a carico di ignoti. Nel mirino degli inquirenti le opere completate e quelle non realizzate in ambito idraulico, la manutenzione degli alvei dei torrenti e la catena di attività degli organi amministrativi: dalla mancata allerta, alla gestione dell’emergenza, fino al piano di protezione civile del Comune. 




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Il premier Matteo Renzi ha annunciato che verranno sbloccati due miliardi di euro, stanziamento che non riguarderà solo gli aiuti per Genova, spiegano fonti del governo, ma gli interventi per il dissesto idrogeologico in tutta Italia. «C’è l’impegno del Governo a sbloccare 95 milioni per lo scolmatore del Bisagno», ha detto il sindaco di Genova Marco Doria. Denaro parzialmente disponibile dal 2010 e mai utilizzato.
Lo 'Sblocca Italia' conterrà delle misure per accelerare gli interventi, ha annunciato la relatrice al provvedimento Chiara Braga, con un emendamento «per l’affidamento immediato di opere rilevanti e urgenti di contrasto al dissesto idrogeologico, anche sopra la soglia comunitaria degli appalti». 






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Due anni fa i consulenti degli inquirenti liguri avevano setacciato gli oltre 22 percorsi fluviali, la maggior parte dei quali ormai completamente nascosti o interrati. La consulenza contiene tra l’altro la bocciatura del Piano comunale di emergenza in vigore all’epoca che «risulta generico e altamente carente sulla parte che riguarda gli scenari di rischio e la Carta del modello di intervento».  Esemplare il caso del rio Fereggiano. «Il progetto della Italstrade per il deviatore - si legge nella perizia - avrebbe evitato il disastro. Come mai l’opera venne finanziata, iniziata e mai completata? Come mai quei fondi non sono stati spesi per l’opera? Sono stati spesi 10 miliardi per un chilometro di galleria e poi i lavori sono stati interrotti. Se fosse stata portata a termine, il rio non sarebbe mai esondato». 






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A distanza di tre anni è successo di nuovo. Ora c’è chi da la colpa al Tar che ha bloccato gli appalti in seguito al ricorso di alcune ditte escluse dalla gara. Interventi per circa 30 milioni che il governatore Claudio Burlando è pronto a sbloccare con procedura d’urgenza, dunque superando la sospensiva dei giudici amministrativi. Ma non si tratta di opere risolutive. Se per un verso è vero che «l’urbanizzazione a valle ha determinato una saturazione edilizia con carenza di una qualsiasi gestione in tema di disciplina idrica delle aree», per l’altro «il Piano di bacino - concludono i periti - evidenzia via Fereggiano come zona con elevata criticità idraulica, in uno stato di degrado generalizzato, con pesanti interferenze tra la viabilità e i caseggiati e il reticolo idraulico. Per questo motivo si sarebbe dovuto intervenire prima, ma anche dopo, allestendo tutte le precauzioni». 







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Oliviero Mannucci: Io non sono di nessun partito o movimento politico se non il mio "Culo a Strisce", non ho fiducia neanche nel Movimento 5 Stelle, ma questa immagine trovata su Internet di Forza Nuova è eloquente, e penso interpreti il pensiero popolare, in riferimento alla precedente alluvione, ma vale anche per tutti gli altri "Ladroni d'Italia" locali e nazionali



Di tutto questo devono rispondere l’ex sindaco Marta Vincenzi e altri cinque indagati nell’inchiesta sull’alluvione il 4 novembre 2011, che provocò la morte di quattro donne e due bambine. Le udienze andranno avanti fino al 24 marzo 2015. Secondo gli inquirenti, in quella occasione l’intervento della protezione civile non venne sollecitato in maniera opportuna. Le strade e le scuole a rischio non furono chiuse e ai présidi degli istituti non venne ordinato di impedire che gli alunni lasciassero i plessi scolastici, riversando per le strade decine tra bambini e genitori, alcuni dei quali persero la vita inghiottiti dall’ondata di fango. Negligenze che scondo la procura si sono ripetute anche nei
giorni scorsi. 








Commento di Oliviero Mannucci: E' la solita vecchia storia italiana, quando ci scappano  morti e danni i politici si lanciano in mille promesse. Il problema del rischio idrogeologico in Italia non non c'è da ieri, esiste da sempre. Dovrebbe essere cura del governo stanziare fondi per risolverlo e vigilare sugli enti locali in modo che i lavori vengano svolti in maniera celere e  bene.  La Protezione Civile, quando c'era Bertolaso, aveva carta bianca, poteva fare tutte le opere che voleva, spendendo quanto voleva, ma spesso non erano opere di vera utilità pubblica, ma solo opere da Gabibbo, in quanto dispendiose e inutili, in quanto spesso utilizzate solo una volta per grandi eventi o non utilizzate affatto. Le cose serie, invece, quelle che servirebbero a mettere al sicuro vita dei cittadini, per essere realizzate, devono passare una trafila burocratica che non finisce mai. Poi quando succede un disastro come quello di Genova,  passato il momento caldo della situazione, il governo torna a non fare un cazzo a parte spremere  soldi agli italiani per metterseli in tasca o buttarli al vento. Oramai lo schema lo conosciamo. Qualche giorno ho letto sul televideo una dichiarazione di Gabrielli, il capo della protezione civile, che riferendosi alla alluvione di Genova, diceva così: "Qualcuno ha sbagliato a fare le previsioni", riferendosi naturalmente alle previsioni Meteo. Ma cazzo, che centrano le previsioni meteo adesso, sbagliate o giuste che siano, si sa la meteorologia non è una scienza esatta, se il territorio fosse stato messo in sicurezza per tempo non sarebbe successo quello che è successo, in taluni casi il silenzio farebbe fare pù bella figura a chi parla a sproposito. E chi c'è adesso a spalare il fango, non in nostri prezzolati politici, che si riempono le tasche con i loro suntousi stipendi pagati dai cittadini, ma tantissimi ragazzi, studenti, precari del lavoro e via dicendo, cioè le vittime di quei politici che ti mandano la Finanza nei negozi a controllare se hai battuto lo scontrino  e èperò quando c'è da dare l'esempio se la danno a gambe levate! E' questa l'Italia che volete fare?!  Continuate pure a leggittimare questo stato di cose andando a votare, io non lo faccio da più di trent'anni. E' vero che votare è un diritto, ma è anche un diritto avere dei politici onesti e capaci, in poche parole eleggibili per la loro credibilità e competenza e soprattutto consci del fatto che sono su quella poltrona a fare gli interessi dei cittadini e non i loro o quelli del partito, ma in Italia politici così non ce ne sono da più di 60 anni. CHE SCHIFO !!!!!!! ALTRO CHE DECRETO SBLOCCA ITALIA, QUI CI VORREBBE "IL DECRETO CALCI IN CULO E FUORI DALLE PALLE!"

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